I consigli di Valerio Valle per fare a casa una pizza speciale
Come rinunciare a una buona pizza? Impossibile per gli italiani; insieme a un piatto di spaghetti è il piatto più amato e (mangiato) dagli italiani.
Per saziare questa voglia, siamo andati a trovare uno che di pizze ne sa qualcosa sin da piccolo e oggi gestisce pizzerie fino in Polonia! Lui si chiama Valerio Valle, è di Roseto degli Abruzzi e con lui abbiamo soddisfatto alcune curiosità su l’alimento Patrimonio dell’Umanità.
Stare dietro ai fornelli per lavoro, come nasce questa passione?
“La mia passione per la pizza nasce all’età di 16 anni quando ho iniziato per necessità a lavorare in pizzeria; il lavoro mi dava la possibilità di esprimermi, di creare, di ricevere tanta gratificazione, di mettermi ogni giorno alla prova; insomma era subito in linea con quelle che erano le mie caratteristiche di umiltà, velocità, creatività e responsabilità. Mi sono accorto invece che non era più solo un lavoro per me quando ho iniziato a preferire di andare in pizzeria invece che gironzolare o giocare con gli amici”.
Una caratteristica della pizza di Valerio Valle?
“Ogni volta che penso una pizza applico la mia filosofia: bella da vedere, buona da mangiare”.
Si dice che per una pizza “perfetta”, essenziali sono i tempi di lievitazione.
“Direi che definire una pizza perfetta è difficile, sono molteplici i fattori che incidono ma sicuramente applicare la giusta lievitazione è uno dei più importanti”.
La pizza napoletana Patrimonio dell’Umanità; un riconoscimento importante per la nostra nazione.
“Direi di sì. Un grande riconoscimento che tutela la tradizione della pizza napoletana e dà il giusto riconoscimento ad un popolo che ha contribuito notevolmente a portare un pezzo d’Italia nel mondo. Ma aggiungo che oggi la pizza si presenta in varie forme, non è più solo la pizza Napoletana, la pizza si sta evolvendo e tutti i bravi pizzaioli Italiani stanno valorizzando questo piatto, che oggi è il più famoso al mondo, lascio poi ai propri gusti soggettivi se Napoletana Romana, in teglia o in pala, ma la parola pizza rappresenterà sempre al meglio l’Italia!”.
Qual è la pizza più richiesta dalla tua clientela?
“La pizza più richiesta come sempre è e sarà sempre la Margherita, perché la Margherita è LA PIZZA”.
E la tua preferita?
“Sono di gusti semplici, una margherita con bufala e basilico è la pizza che non mi stufa mai”:
Dove si possono gustare le tue pizze?
“Attualmente ho tre pizzerie in Italia dove propongo tre pizze completamente diverse: Compagnia della pizza Giulianova, pizza d’asporto Tonda classica al piatto o al pezzo, teglia alla romanaF.lli Valle, Roseto degli Abruzzi, pizza in pala al taglio, Ristorante pizzeria Valle, Atri, pizza al piatto sottile senza cornicione. Se poi capitate in Polonia, potete assaggiare le mie pizze in tutte le più grandi città: nelle pizzerie Tutti i Santi, presenti ad oggi a Varsavia, Cracovia, Poznan, Wroclaw, Konin, Kielce, Kalisz, Ostrow e Danzica”.
La pizza sta agli italiani come…
“La pizza sta agli italiani… come le pallotte alla chitarra…(questa forse la capiscono solo gli abruzzesi!)”.
Qualche consiglio per una buona pizza da fare a casa?
“Comprate un forno buono: la differenza principale tra una pizza professionale e una casalinga sta sicuramente nelle temperature del forno. Se non potete allora vi do qualche consiglio: comprare la farina giusta, non tutte sono uguali, preferite una 00 che abbia una quantità di proteine di circa 11-12 grammi per 100g. Se volete aggiungere un po’ di gusto e migliorare la digeribilità aggiungete un po’ di farina integrale, diciamo circa un 20% -30% sulla farina totale; aggiungete acqua da un minimo di 560g x kg, a circa 600g; utilizzate poco lievito di birra, 4-5 grammi per kg, anche se le quantità possono variare a seconda della temperatura ambiente e dei tempi che avete. Lasciarla lievitare per almeno 24 ore in frigo e poi alcune ore a temperatura ambiente e la cosa migliore; infine quando mettete la pizza in forno aspettate che il forno sia arrivato alla massima temperatura e cuocete con forno statico, quindi senza ventilazione”.