Alfonso Della Croce: “Il mio ingrediente? L’attenzione”

Un ambiente caldo e accogliente è quello che ci riservano Estrò e Alfonso Della Croce.

E’ al centro di Pescara (piazza della Rinascita, 23) a due passi dal mare che lo chef, di origini pugliesi ma abruzzese d’adozione, ha deciso di stabilire la sua casa lavorativa: Estrò.

Ristorante? Non solo.

Bar? Non solo.

Bistrot? Non solo.

E’ proprio il nome che ci ha spinto a saperne di più. L’abbiamo contattato e ci siamo fatti raccontare qualcosa sulla sua storia e vita da chef.

Iniziamo proprio da Estrò. Da dove viene questo nome?

“E’ il connubio tra estro, fantasia nel food e beverage, e bistrot. Idea, quest’ultima, presente in molte città europee tra le quali Pescara merita di essere se riuscirà ad avere una velocità diversa rispetto agli scorsi anni in quanto geograficamente perfetta e completa nei servizi. Il nostro motto è nell’accento proprio con l’obiettivo di rafforzare la parola che, combinata con il bistrot, comporta l’apertura giornaliera a tutte le ore”.

Quando la cucina è entrata nella tua vita?

“Avevo 3 anni quando mamma aprì la pasticceria, sono cresciuto in cucina. La decisione di fare l’Alberghiero è arrivata verso i 10/11 anni; sono stato fortunato ad avere le idee chiare a quella età. Certo, la paura era tanta perché all’inizio la realtà è molto diversa dalla fantasia…ma per fortuna le cose sono accadute da sé, in modo naturale. Ti confesso che ho più paura oggi di ieri: l’evoluzione rapida e costante della cucina infatti genera il timore costante  di non essere mai abbastanza con se stessi”.

Dalla Puglia all’Abruzzo, Pescara in particolare. Cosa ti ha spinto a restare qui?

“Nel corso dei viaggi dal mio paese a Roccaraso, facevo spesso ‘scalo’ a Pescara per qualche ora e mi ha colpita da subito per i suoi servizi, la sua tranquillità. A parte questo, qui avevo già qualche contatto e  mia sorella studiava già a Pescara. Insomma, una serie di situazioni mi hanno spinto a vivere nel capoluogo adriatico”.

Antipasti, primi e/o secondi piatti, pesce, dolci, etc.. cosa preferisci cucinare?

“Mi piace cucinare. Non saprei scegliere”.

L’ingrediente che invece non manca mai tuoi piatti?

“Un ingrediente reale non c’è nel senso che ogni cibo va interpretato nella maniera giusta. Quello che non deve mancare è l’attenzione e l’accortezza che va riservata al cibo anche attraverso la teoria e lo studio. Se c’è questo tutto viene da sé: non c’è spazio per l’improvvisazione; un piatto creato senza le giuste conoscenze teoriche, non è replicabile in quanto nato dal caso”.Chef all'opera

Nel 2015 hai partecipato a La Prova del cuoco vincendo la rubrica Superchef dedicata ai talenti in erba della cucina italiana. Cosa ci racconti di quell’esperienza?

“L’ho vissuta  in modo singolare nel senso  che mi sono divertito  anche se il concetto di ‘sfida’ mi ha spinto a vedere il finale, a cercare di arrivare alla fine. L’ho vissuta anche come un diversivo e un hobby  perché non ho mai dato un valore reale al fare TV, è stato tutto legato alla competizione, alla cucina e alla valutazione dei giudici stimati a livello internazionale. Questo per il primo anno, nel secondo  l’aspetto più bello è stato l’affetto della gente, le persone che non conosci che ti salutano e ti fanno i complimenti sono  elementi che gratificano molto. E’ stato tutto molto bella ma non ho mai considerato l’andare il televisione un lavoro, quello che faccio ora è la mia vera attività. Se mi ha aiutato tutto questo? No perché l’ho vissuto in modo distaccato distinguendolo da tutti i sacrifici che ho fatto per arrivare fin qui”.

Una ricetta semplice e veloce per i nostri lettori?

“Tutte le ricette possono essere semplici e veloci, basta scegliere prodotti di qualità e rispettarli. Il vero segreto sta nel non nascondere il cibo bensì di riservare a ogni ingrediente il giusto livello di cottura e lavorazione.  Ecco, più che una ricetta voglio dare un consiglio: fare attenzione a tempi di cottura. Per esempio per una spaghetto al pomodorino, per citare un must della nostra cucina, consiglierei di non soffriggere, di non portare oltre cottura il pomodoro e soprattutto la pasta…”.

Dettagli Francesca Di Giuseppe