Il Fruttarismo in 5 domande

Mangiare frutta fa bene sempre ma d’estate ha un sapore tutto diverso. Che gusto e che senso di refrigerio quando assaporiamo pesche, albicocche, meloni e cocomeri!!!

E’ quasi impensabile non consumare frutta quando la giornata ha superato i 30 gradi…

Mangiare frutta, dicevamo, fa bene al punto che alcuni si alimentano solo di frutti.

Non ci credi? E sbagli. Perché esistono “un insieme di pratiche alimentari vegetariane aventi in comune il consumo esclusivo o prevalente di frutti” chiamate Fruttarismo.

Proviamo a conoscere più da vicino questa pratica?

Abbiamo pensato di rispondere con  5 domande.

  • Qual è il fondamento del Fruttarismo?

Esso si basa sulla credenza che l’uomo, da un punto di vista biologico, sia frugivoro cioè che la sua alimentazione naturale sia basata sulla frutta. Viene spesso considerato una forma ristretta di veganismo anche se molti preferiscono considerare il Fruttarisimo una forma di ristretta di paleodieta.

  • Le motivazioni della pratica alimentare?

Etiche: basate sul presupposto che le piante non debbano essere sfruttate e danneggiate in quanto esseri viventi.

Religiose: in molti credono che un ritorno a una forma simile all’Eden, richieda un approccio olistico per la salute e la dieta con un chiaro rimando ad Adamo ed Eva e alla Genesi (1:29).

Ecologiste: i fruttariani ritengono che il loro regime alimentare rispetti l’integrità delle piante le quali, a loro volta, non prevedono cicli in cui i campi coltivati restano spogli con conseguenze positive per il riscaldamento globale: il terreno incolto trasforma infatti tutta l’energia in calore dato che non c’è sottrazione di Co2.

  • Quali i frutti ammessi nel regime del Fruttarismo?

Dolci: mela, pera, pesca, banana e kiwi;

amari: karela, pompelmo e chinotto;

piccanti: peperoncino;

frutti ortaggi: melanzana, zucca, zucchina, pomodoro, peperone e cetriolo;

grassi: oliva, avocado e durian;

aspri: limone, cedro e lime;

amidacei: platano;

frutti baccelli: carruba, fava e fagiolo;

frutti noci: noce e mandorlo;

esotici: kiwano e carambola;

antichi: giuggiola, corbezzolo e sorbo;

acquatici: trigolo e posidonia.

  • Le origini del Fruttarismo?

Fine ‘800 in Germania. Il professor Arnold Ehret, inventore della dieta senza muco (a base di frutta) è stato uno dei pionieri. Colpito da una malattia incurabile, a dire dei medici, cercò con ostinazione possibili soluzioni che lo portano da Berlino alla Palestina dove entrò in contatto con un nuovo insegnamento che liberava la medicina dai retaggi del tempo. Tornato in Europa la malattia scomparve e decise di aprire una clinica in Svizzera applicando le competenze acquisite. Non solo lui, diversi personaggi hanno fatto della frutta il loro regime alimentare tra i quali: Gandhi, Leonardo Da vinci, Steve Jobs e il Buddha.

  • I pro e contro?

Pro: la frutta rende l’equilibrio intestinale sano, aiuta a controllare i livelli di colesterolo nel sangue e tiene sotto controllo i livelli di zuccheri. Si contribuisce a sviluppare l’agricoltura sostenibile dato che per raccogliere la frutta le piante non vanno “uccise”.

Contro: mangiare solo frutta alimenta carenze di proteine, ferro, Vitamina B12 e Vitamina D. La perdita di peso, che in alcuni casi può essere un elemento a favore, spesso può generare l’effetto contrario per il senso di sazietà costante dovuto alla presenza importante di fibre e acqua.

Che dici, abbiamo soddisfatto alcune tue curiosità?

A noi è venuto un certo languorino…

 

 

 

Dettagli Francesca Di Giuseppe