Seby Conigliaro: “Cucinare è un’arte”
Stare dietro ai fornelli, sperimentare nuovi piatti e rivivere la tradizione culinaria nostrana. Chi c’è dietro la creazione dei piatti che gustiamo in ristoranti, trattorie e agriturismi? Lo chef.
E noi abbiamo parlato con uno di loro: Seby Conigliaro di Siracusa che ci racconta il suo mestiere all’apparenza semplice ma in realtà frutto di passione e sacrifici.
Quando hai scoperto la passione per la cucina?
“La passione per la cucina l’ho scoperta sin da bambino ma comincia a prendere seriamente forma con la qualifica presso l’Istituto Alberghiero di Siracusa; in seguito ci sono stati molti ristoranti e alberghi presso cui ho lavorato e presso i quali mi sono formato in quanto chef”.
Il tuo primo piatto da chef?
“Il mio primo piatto da chef è stato il Tortino al nero di seppia con cuore di ricotta fresca su salsa piccante, pietanza che, ancora oggi, propongo spesso”.
Quali sapori e/o odori non devono mancare in un piatto siciliano?
“Il profumo degli agrumi credo sia fondamentale nella creazione di un piatto tipico siciliano, anche l’olio evo è un elemento altrettanto importante della nostra tradizione”.
Cucinare può essere definitiva un’arte?
“Cucinare è arte! Infatti c’è una grande differenza fra cucinare e preparare da mangiare; diceva Marchesi: La cucina dì per sé è scienza, sta al cuoco farla diventare arte”.
Qual è il piatto tradizionale della tua terra a cui sei più affezionato?
“Sicuramente La pasta con le sarde e mollica altrimenti detto a pasta che saddi e muddica. Dico questo perché racchiude tanti dei sapori e degli odori tipici della Sicilia”.
La cucina in tv: cosa dà e cosa toglie al tuo mestiere?
“Ci sono molti pro e contro per il mio mestiere nel portare la cucina in televisione. Sicuramente di positivo c’è il fatto che tramite questo mezzo di comunicazione si riesce a sensibilizzare il pubblico e invogliarlo a scoprire quanto interessante e stimolante posso essere il mondo culinario; dall’altra parte c’è da dire che spesso il lavoro del cuoco in televisione è mostrato come qualcosa di semplice, in realtà chi ha intrapreso questa strada sa bene che questo mestiere richiede sacrifici ed estrema cura e attenzione”.
Hai partecipato attivamente alla stesura del libro “Il viaggio d’amore del tonno” con Ilaria Grasso. Raccontaci com’è andata.
“E’ stata un’esperienza bella e stimolante, questo perché le storie raccontate parlano d’amore, che insieme alla cucina formano un connubio eccezionale”.
L’ingrediente essenziale per essere chef.
“Gli unici elementi essenziali per fare questo mestiere sono la passione e l’amore trasmessi durante la creazione del piatto”.