Dieta Mediterranea, il nostro patrimonio alimentare

Mens sana in corpore sano, mai locuzione fu così azzeccata: una corretta alimentazione può dare benefici enormi alla mente, al morale, allo spirito. Insomma, mangiare bene è alla base di tutto!

E noi italiani ne sappiamo qualcosa… I nostri cibi sono i più apprezzati al mondo. Diciamo “pasta” e ci capiscono anche dall’altra parte dell’emisfero; pronunciamo la parola “pizza” e tutto il mondo è pronto per gustare una margherita; parliamo di Dieta Meditarranea e l’Unesco la considera bene protetto come patrimonio orale e immateriale.

A proposito di Dieta Mediterranea, che ne dite se approfondiamo la questione?

Partiamo con il dire che essa è definita un modello nutrizionale ispirato ai modelli alimentari dei paesi del bacino Mediterraneo (Italia, Spagna, Grecia e Marocco) e si basa prevalentemente sul consumo di cereali, frutta, verdura, semi e olio d’oliva riducendo invece carni rosse, e grassi animali e moderato consumo di pesce e carni bianche.

Una storia legata alle tradizioni alimentari di quei paesi fortemente influenzata da agricoltura, pesca e pastorizia che, inevitabilmente, generano diverse tipologie di diete mediterranee, 16 per la precisione tante quante sono le nazioni che si affacciano sul Mediterraneo. In realtà c’è un riferimento ben preciso (secondo il Seven Country Study): Nicotera. In essa i vari componenti  vedono, in termini di apporto calorico, una presenza massiccia di cereali (50-59%), seguito da olio extra vergine d’oliva (13-17%) e, fanalino di coda il vino rosso (1-6%).

Rimanendo nella storia, chi fu a l’artefice di tale concetto? Un certo Lorenzo Piroddi che la studiò e sperimentò, il fisiologo americano Ancel Keys fu colui che verificò la Dieta attraverso un’indagine su 12mila persone di 7 nazioni diverse.

Non solo loro. Altri pionieri ne dimostrarono l’efficacia per corpo e mente.

  1. Cornelis De Langen. Medico olandese che visse in Indonesia. Si rese conto, attraverso vari studi, che gli indonesiani avevano livelli di colesterolo molto inferiori rispetto agli olandesi: tutto merito dell’alimentazione del loro paese;
  2. Isidore Snapper. Medico olandese che visse in Cina. I suoi studi dimostrarono che i casi di infarto miocardo erano inferiore rispetto all’Europa: anche qui il nesso era la diversa l’alimentazione;
  3. Haqvin Malmros. Studioso svedese che mise il relazione il basso tasso di mortalità nel suo paese nel secondo dopoguerra, con le ristrettezze economiche e alimentari del periodo;
  4. Elizabeth David. Scrittrice inglese di gastronomia che girò parecchio nel Mediterraneo negli anni 30. Dopo la guerra tornò in Inghilterra dove, depressa per il cibo inglese, scrisse A book of Mediterranean  food (1950) che fece molto scalpore in quanto parlava di cibi sconosciuti nel mercato anglosassone come basilico, melenzane, aglio etc..

La storia parla chiaro: la Dieta Mediterranea fa vivere più a lungo e meglio. E poi… diciamoci la verità: olio d’oliva, pasta, pane, frutta e verdura, vino etc. come faremmo a vivere senza queste eccellenze?

 

 

Dettagli Francesca Di Giuseppe