Santone, tre generazioni nei vigneti

Da agricoltori a produttori di vino in proprio con un’azienda a Notaresco: il Montepulciano esprime al meglio l’Abruzzo.

È una storia di terra e lavoro quella di Tito Gabriele Santone, classe 1952, originario di Silvi. La famiglia ha profonde radici contadine e quei valori antichi della civiltà rurale la famiglia Santone li porta dentro da sempre. Questa è la storia di quei viticoltori dell’Abruzzo più autentico che hanno visto cambiare completamente la campagna e i suoi mestieri, le possibilità dell’agricoltura. E proprio in questi cambiamenti hanno trovato la strada per costruire un’azienda che oggi è una voce importante nel settore vitivinicolo abruzzese.

Un’avventura partita a Guardia Vomano, nella zona che oggi ospita il quartier generale di Santone Vini, dove vengono conferite le uve degli oltre 120 ettari vitati della famiglia, estesi nei comuni di Silvi, Atri e Roseto. Spiega Gabriele Santone:

«Sono rimasto sempre legato alla provincia di origine della nostra famiglia, quella di Teramo, anche perché sono un sostenitore del Montepulciano d’Abruzzo e in particolare della Docg Colline teramane che rappresenta il futuro per questo vino.»

Dalla pianura di Notaresco oggi questa azienda vende il proprio vino ad importanti brand e cantine del settore vitivinicolo italiano, oltre che ai clienti finali con lo sfuso “bag in box” e con una linea di bottiglie declinate nelle etichette di Montepulciano, Trebbiano, Pecorino e Cerasuolo.

«Lo considero il miglior rosso che c’è in Italia ma tocca a noi abruzzesi spiegarlo agli altri.»